Dalla collina sembra un temporale come tanti, forse un tuono più roboante,il fulmine che illumina quasi tutta la cucina, neanche il cane si accorge che in un pezzetto di città nel frattempo volano balconi interi, tegole sfondano i vetri delle macchine, alberi implodono al suolo senza pietà. Pini rugosi, promessa fallace di buona parte del territorio della nazione.
Il giorno dopo gli amici si telefonano fra
loro per sapere se qualcuno si è fatto male, chi ha vissuto in prima persona il
nubifragio ha avuto forti attacchi di panico, ma contenuti quel tanto che basta
per fermarsi nel mezzo della tromba d'aria e scattare quante più toccanti foto
di ragazzine con le gonne al ginocchio rifugiate su mezzi di fortuna
galleggianti o di espressioni contorte di coppie in delirio che si stanno
fiondando nei portoni con gli abiti i capelli e gli ombrelli stravolti. Per
alcuni l'adrenalina che si scatena ha il sapore del grande pettegolezzo che
interrompe barbaramente un appuntamento di lavoro compito, così segretamente
tanti piccoli brividi percorrono le pareti della mente. Forse qualche triste e
scabrosa novità tutta da immaginare, visioni dettagliate di rami caduti in
testa (ma senza feriti gravi) e passeggini inghiottiti dai vortici d'acqua (ma
privi di infante; sarebbe troppo lavoro per la coscienza riciclare cotanta
malignità).
Tutto questo mentre Fede sonnecchia, sbircia
il cellulare, legge i messaggi 'STATE BENE?' -state chi?- 'DOVE SEI' di ore
prima – la cugina. Lo sveglia
la botta di cecità che gli regala lo schermo del telefono. Un occhio tondo e
lucido lo guarda poco teneramente e
trema spostandosi insieme alla testa, qua e là dal collo di piume nere.
Si sofferma, seduto, di tre quarti allo
specchio verticale e lungo che ha inchiodato al muro accanto al letto. Le
occhiaie, ci sono. Fedeli alla linea. Gli occhi chiari e a forma di furbizia,
quasi aperti. Si lascia cadere indietro tenendosi le mani strette alla pancia
in eccesso, non ha controllato se il cuscino sia dove si ricordava di averlo
lasciato quando ha deciso di provare a riposare orizzontale. Si rannicchia
veloce di fianco, tocca le ginocchia con il mento, ne mordicchia la pelle
callosa e ispida di peli incarniti.
-Questa casa è come nuova, vuota dal 2004...cioè,
dal...2009. O forse...insomma...attenzione!il parquet lì è scheggiato. No, no,
sì.Può lasciare qui dentro il cappotto, signora. O signorina? Non che abbia
troppi dubbi, ma sa, è più corretto e professionale nel caso che...Dicevo che
l'ultimo inquilino era un ragazzo poco più che quarantenne, ci viveva con una
gallina molto simpatica, una di quelle delle nostre zone, con il collare nero,
sapete? Si trovava bene. Un linguaggio nobile e aulico e...aulico e...uh,uh!
Quando uso questo termine mi perdo nei ricordi, sa, ho fatto il Liceo Classico
Pungitopo, in Centro. Il ragazzo aveva sofferto di mutismo selettivo da bambino
e non amava colloquiare con i vicini, a quanto pare. Neanche con il macellaio,
neanche con la tabaccaia, quella della bottega 'Ortofrutta Cincigliano' manco
l'ha visto in quasi un anno di permanenza qui in collina. Aveva un suo modo di
girare in paese, evitando tratti di strada che mai e poi mai, dico mai,ritengo
avrebbe calpestato neppure per sbaglio...Quando entrava e si chiudeva la porta
alle spalle, beh', la trasformazione! I muri sono abbastanza spessi per tenere
freschi d'estate e caldi d'inverno,ma non abbastanza da nascondere esternazioni
così ardenti e appassionati! Uh, non aveva parole che per...Ehm...un attimo
solo, apro la zanzariera...la gallina,per la gallina, la chiamava Felicita e
questo è tutto. Minchia come è dura, scusate la volgarità...Volevo farvi
osservare la capacità luminosa di questa stanza, appare buia adesso ma vi
assicuro che se riuscissi ad aprire, alzare...spostare di lato.Il ragazzo,
Federico, una notte è andato via senza avvertire nessuno, lo saranno venuto a
prendere perché la macchina non si è mai mossa dal suo posto, non ci sono mai
stati segni di scasso. Quella Giunto rossa laggiù è la sua, non si può dire che
abbiano fatto passi avanti con le indagini. Praticamente non vorrei essere
nella persona che si prenderà la briga di spostarla, ci avranno fatto il nido
serpi ragni e scorpioni, uh,uh, pare una ricetta da strega. Ooooh, finalmente
si è aperta...Dio! Che schifo! Sono desolato, tutti questi…
-Non si preoccupi, ho calcolato che dovrò fare
amicizia con tanti begli insetti qui in campagna. E la gallina?
-Lei ha una gallina?
-No.
-Purtroppo la devo avvertire che chi sta al
primo piano non ha diritto in nessuna forma al terreno retrostante.
-Felicita. La gallina Felicita, che fine ha
fatto?
Mentre l'agente immobiliare T.R. si muove a
grandi falcate roteando su se stesso manco fosse un sufi in crisi mistica,
Natalina ha mal di testa. Si volta a scatti. Lentamente decide di non osservare
più il suo interlocutore, che faccia la sua danza da venditore poco raffinato.
Già l'armadio a muro alla destra dell'ingresso le sta antipatico; riflette
senza ritegno una immagine lontana dal viso impresso nella sua memoria. Ma cosa
sono quei capelli stopposi?!E quelle guance da criceto malato?! No grazie, tu
rimarrai un idiota armadio a muro mentre io salverò la faccia da ogni
autoflagellazione estetica. Almeno per oggi, Natalina si osserva invece i piedi
con relative scarpe a punta. Ma quando cavolo si è convinta che anche a lei
piacciano le scarpe a punta? 'Dio, che cagata!' pensa continuamente, e più
cerca di distogliere lo sguardo dalle estremità anteriori degli stivaletti, più
il cervello non ha altro da fare che spingerla ad osservarle e biasimare la sua
pessima scelta.
-Portava un cappello? A punta? Giallo?
-Non che io sappia. Questa era l'ultima
stanza, lo può intuire da sé dal momento che è un monolocale...uh,uh! La sua
pettinatura mi mette di buonumore, mi deve scusare! Andiamo a vedere il
giardino?
'Renegade Immobiliare, hai poco da
sghignazzare con quei pantaloni strappati da adolescente stracresciuto che ti
ritrovi. Lui aveva sicuramente un cappello a punta giallo, magari non lo
indossava spesso. Nella mia fantasia così è e così rimane. Ma poi secondo te
cosa mi fregherebbe di questo tizio e della sua gallina Felicita, nonchè della
sua Giunto nidodiserpi?'
Natalina serra le labbra, le mandibole
riaccendono l'atavico ormai ineluttabile dolore da bruxismo perenne, cammina
stretta nel vestito come un panino nel domopak. Verrà a vivere qui a
Cincigliano, già lo sa. La fretta di non rivedere mai più neanche un superstite
delle sue vecchie compagnie amicali le fa sbattere, sente, le palpebre più
rapidamente del solito. Il battito cardiaco si mantiene sulla frequenza adatta
a far da doppiaggio ad un elicottero in volo. Tutto regolare, insomma. Il Sufi
Renegade Immobiliare è già fluito lungo le scale,poi fuori all'aria grazie ad
un saltino a piedi uniti dall'ultimo scalino, 'Che nausea gli uomini senza
calzini.'Natalina recupera la funzionalità dell'apparato
respiratorio,tossicchia e desidera di non aver smesso di fumare.
-Ho smesso di fumare e...devo andare, la casa
la prendo, mi contatti Lunedì.
Mentre dice le ultime parole senza prendere
fiato, Renegade ha l'aria di colpo stanca e inebetita, indifferente. Le mani
dalla dita incollate fra loro che sembrano palmate, si rilassano, entrano
subito in tutte le tasche che ha. Quasi immediatamente stimolato dalla
confessione non richiesta di Natalina, afferra golosamente una sigaretta e
aspira la boccata iniziale sciogliendosi in un languido, vero sorriso,il primo
da quando lei lo ha conosciuto.
-Bene, avvertirò il rappresentante che il 5b
alla Fattoria è stato preso.La saluto.
Ingobbito e molle trascina i piedi fino alla
Naked, compiendo tutti i rituali necessari per sgommare via facendo un gran
casino, e approfittando del cancello aperto da una inquilina del condominio che
sta rientrando a piedi dal mercato del Mercoledì in piazza Salbelli.
Natalina non resiste alla tentazione di
catturare la sua immagine da capo a piedi in una sola occhiata.
'Renegade mi dai la nausea. E tu, biondina
insulsa. Spero non mi darai gli stessi problemi di Federico'. Ultimo pensiero
prima di indietreggiare un poco, abbassare lo sguardo fino alle scarpe e chinarsi a grattarne la superficie
con l'unghia dell'indice destro. Si rialza pigramente, sistema le pieghe del
vestito che si sono formate nella zona della vita e della pancia. Impettita
torna alla bicicletta lasciata sotto al ciliegio. Ad un tratto,poco prima di
inforcarla, ha un sussulto, si blocca come impietrita, spalanca gli occhi che
parrebbero tenuti aperti a forza da uno stecchino; un singhiozzo. Una piuma
spunta veloce dalle labbra schiuse di Natalina, mentre arriccia il naso e
pensa: 'Coccodè'. Per una serie di casi non tornerà più alla Fattoria.
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