domenica 30 giugno 2019

RECENSIONE AUTOBIOGRAFICA SULLO SPETTACOLO TEATRALE DI EUGENIO NOCCIOLINI'NESSUNO', BASATO SULLA VICENDA DEL MOSTRO DI FIRENZE di Narciso Fenice Ramparti


(Calenzano, Teatro delle Donne, tipo marzo 2019)


Troppe emozioni, percristo, troppe.
Venerdì sera sono andato a vedere 'Nessuno'. Devo ancora riprendermi.
Mi picco di saperne sia di Mostro di Firenze che di teatro, e non sto a dettagliarvi a quale titolo.
Appollaiato sulla panka de fero laterale, my sniper nest, implacabile e prevenuto, ero pronto a stronkare qualsiasi minimo difetto. E invece.
Scritto e recitato benissimo. Ma non per questo sono uscito tranquillo e soddisfatto. Anzi, proprio per questo, sono uscito incazzatissimo e volevo picchiare Nocciolini solo per sfogare la tensione e per ringraziarlo a modo mio. In particolare, ero sicuro che sti giovani, neanche nati ai tempi dei delitti, non sarebbero riusciti a offrirmi alcuna soddisfacente resa narrativa o drammatica della vicenda. E invece, cari miei, e invece.
Questo è forse il più emozionante spettacolo teatrale a cui abbia mai assistito (ok, a pari merito col JCS ft. Ted Neeley, ma quello è uno spettacolo anche musicale). A tratti insostenibile il focus intimista sui vissuti delle vittime: in-sos-te-ni-bi-le. Stefano e Susanna fanno proprio male al cuore, Pasquale e Stefania fanno proprio male al cuore. Più conosci la storia, più piangi. Un tributo straziante e poetico alle vittime, questo sì. Questo alla grande.
Interludio eroticissimo su Locci-LoBianco. Che bel culo che hai. Tanto piccante quanto inedito e credibile. Quello è un momento, fra diversi altri, in cui Nocciolini riesce davvero a illuderti sfiorando i fini ultimi e più nobili dell'arte drammatica.
Noccio tracima magistero attoriale e autoriale, circondato da interpreti vivaci e capaci che conferiscono un realismo vernacolare perfetto per il setting della provincia fiorentina di quarant'anni fa. La scenografia, minimale ma efficace, esclude le scene in automobile dove sembrava impossibile farne a meno, ricorrendo a suggestioni visuali o fuoricampo (splendida la metaforica danza iniziale di Stefania e Pasquale, citazionista ma riuscitissima). Licenze creative minime ma funzionali e sempre nel rispetto di una rendicontazione attentissima e partecipe del caso. Spettacolo lungo e mai noioso. Ti inchioda alla sedia, letteralmente.
La potentissima scena finale (spoiler alert!), che ho provocatoriamente tacciato di relativismo gnoseologico tanto per sentire le giustificazioni di Noccio e Oltremari, riesce nel condividere quanto più largamente possibile il sentire collettivo verso chi compì quei delitti.
Un merendaro come me arriva anche a scorgere sul palco persino Toscano, Andriaccio, Narducci e chi cazzo gli pare. Già, Nessuno. Adesso sono al lavoro su una mia piéce sul caso, che intitolerò: 'Qualcuno (sarà pur stato, perlamadonna)'.
Mi concedo una minima critica di parte, ma solo per rinforzare la mia entusiasta recensione: a mio parere il mostro era, crowleyanamente, il dio di sé stesso, quindi non ho potuto farmi carico dell'anticlericalismo noccioliniano che finisce per traslare distorsivamente su chi uccise una manìa e un motivazione misticheggianti del tutto inconfacenti, ma comunque di facile presa per un pubblico generalista o comunque convinto, pur erroneamente, dell'unicità dell'assassino delle coppiette.
Lì si è a mio parere tradito la verità ai fini della codificazione mitografica e antistorica, ma appunto, non è un aspetto che possiamo propriamente contestare ad una riuscitissima narrazione letteraria e drammatica. Come spettatore pagante, non ho che da ringraziare autore e attori per un'esperienza unica e assolutamente insperata. Complimenti davvero. Sto spettacolo rimarrà. Ve lo assicuro.

* * *

Pornopostilla: la mia serata.
Dopo aver segnalato l'evento dello spettacolo su FB come materiale inappropriato, ho cominciato a prepararmi. No, skerzo XD
La Fran sotto metadone mi scarrozza a Calenzano sganciandomi senza accendino e mezzo, per poi recriminare a vita di non averla fatta venire. Cazzate. Arrivo e c'è il pienone. Non conosco nessuno! Il volto amico e il saluto di Cappelletti è infine il miglior viatico per la serata. Oltremari mi aveva raccomandato di prenotare ma io duro. Realizzata, con altri, la possibilità di non entrare, m'inkarognisko col barbudo trentunenne della biglietteria: 'non c'è la riduzione colla tessera di CasaPound? Ho sessantasei anni!' Alla fine entriamo. Trediceuri, codì, ma ben spesi, come potrò rapidamente calcolare nelle ore successive.
Avete presente quando nei sogni diventate superamici di Brian May e Adrian Smith che parlano in italiano, magari del mercato della Fiorentina o dei vostri professori?
Proprio come nei sogni, è uno splendido Puleri a salutarmi comparendomi davanti colla sua parimenti incantevole Erica. E subito dopo lo spettacolo, proprio come nei sogni a parte le mani spellate, il mondo alla rovescia con Mori, simile agli dei, che mi conosce e fa serata con noi. 
A questo impareggiabile quartetto si concede nientemeno che il contesissimo Oltremari, che sacrifica alla nostra compagnia un aftershow di groupies urlanti, portandoci in un delizioso pub rustico, che fa sgomberare per riservarcelo interamente. Un tavolo elettrico! Io poi non so davvero controllarmi, mangio le frasi degli altri senza masticarle, e son quasi riuscito a far scazzare l'imperturbabile Edo insistendo per coinvolgerlo in una fugace messa nera alle bartoline. Scusami. Sei una persona splendida. Avremmo potuto parlare all'infinito. A un certo punto, risuona agghiacciante un campanaccio e ci mandano affanculo.

Verso le due, in un tratturo che sbocca nella vicina via dei Prati, passiamo infine a salutare i veri protagonisti. Come prevedibile, è una sosta inutile, che serve solo a farci star male. Ancora di più, se possibile. La scena è come al solito muta, il genius loci e il vento parlano d'altro. Il mostro non c'è più. Stefano e Susanna urlano muti, ma sempre più stancamente, il loro scempio ancora (?) senza colpevole.
 



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