Il
modulo da riempire è quello verde. Quello giallo è per le coppie etero sposate,
quello viola per le coppie omosessuali.
Il
modulo verde è quello per quelli come. Le ultra- minoranze. Quello dell’ultra-
minoranza è un termine che trovo divertente: sa di estremo e sparuto
gruppuscolo di aborigeni dell’ultima isola del più lontano oceano del più
minuscolo dei pianeti della galassia. Qualcosa che è possibile vedere soltanto
col più potente dei microscopi. Al diavolo le minoranze, fanculo le ex
minoranze: adesso ci sono le ultra- minoranze da proteggere e da esibire sulla
spilla al posto degli ormai esausti e moribondi panda.
C’è
anche il biglietto. “Daniele(a), nel suo
giorno più bello”. In cima alla torta nuziale c’è anche la statuetta. Una sola,
naturalmente. Mi siedo sul mio letto con in mano i miei bon-bons in versione ultra
minoranze compilo con cura il modulo. Quattro possibilità sotto il mio nome,
circa il mio stato familiare. Single, Sposato (s’intende con una donna), Coppia
(che vuol dire coppia omosessuale) Unico (cioè come me). Unico. Sposato con se
stesso.
Sapete,
sposarsi con se stessi è molto più comodo di un’unione di coppia, per molti
versi. Niente liti per le vacanze, niente attese perché si liberi il bagno.
Discussioni zero. Certo, sta sempre a me a lavare i piatti, ma la lavastoviglie
è in cima alla lista dei regali di nozze.
Il
sesso? Beh, autorevoli psicologi omosessuali dicono che l’autoerotismo è la più
elevata forma di omosessualità che si possa pensare. In fondo, più omo di se stessi cosa si può
cercare?
L’importante
è fare dei recinti, in cui rinchiuderci tutti. E poi passare la vita a cercare
di fuggire. Di essere liberi, come gli animali, le piante.
Non
lo so, non mi frega. Pensate pure che sono egoista. Pensate pure che
m’interessi solo il contributo pensionistico, credete pure che si tratti di una
ennesima, insana frustrazione sessuale. Ho 36 anni, due giorni fa mi sono
sposato(a) con me stesso. Pensate di me ciò che volete. Non credete che
m’importi. Qualunque sia la vostra scelta, la rispetto. Guardatevi in fondo
all’anima e ditemi: potete dire di provare lo stesso per me? O qualcosa
scricchiola dentro la vostra più intima convinzione? Ma ... credete davvero che
m’importi?
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