lunedì 17 settembre 2018

TORTE | MONOLOGO SUI TRENTA di Chiara Canestrini


Non so più cucinare.
Non è un dramma ma bisogna prenderne atto. 
L’Atto, manca. In Potenza, potrei cucinare:
Ho i fornelli, la coop sotto casa -la hoop sotto hasa.
Ho mani e pentole e una mamma a cui telefonare.
Ma non succede niente.
Tutto resta intasato nello scarico delle possibilità
e non ne viene fuori nulla.
Piadina crudo, Philadelphia e rucola. 

C’è un mondo pieno di torte là fuori,
di pasta fatta in casa.
Tocca farci i conti. Il conto per favore.
No ma che ci faccio qui? Un altro ristorante vegetariano…
Perché finisco sempre nel posto sbagliato?

Mi sento in colpa.
Perché ho quasi trent’anni e sono sola. 
Devo essermela cercata.
Forse passo troppo tempo fuori casa
Forse faccio troppo forse viaggio troppo forse mangio troppo forse lavoro troppo forse pretendo troppo… Lo so:
parlo troppo. Penso troppo. Parlo troppo di quello che penso.

Dovrei fare più torte.
Dovrei essere più torta nella vita… dolce, soffice e invitante.
Farmi leccare la panna, mordere le ciliegine.
Memo per i trenta: imparare a fare tutto a mano,
a farmi dare una mano ogni tanto.
Infornare. Sfornare bambini?
Smettere di bere.
Farmi accarezzare il pancione…
Scodinzolare.
Un cane! Potrei farmi un cane!
Così non avrei più tempo per cucinare.

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