Non so
più cucinare.
Non è
un dramma ma bisogna prenderne atto.
L’Atto,
manca. In Potenza, potrei cucinare:
Ho i
fornelli, la coop sotto casa -la hoop sotto hasa.
Ho mani
e pentole e una mamma a cui telefonare.
Ma non
succede niente.
Tutto
resta intasato nello scarico delle possibilità
e non
ne viene fuori nulla.
Piadina
crudo, Philadelphia e rucola.
C’è un
mondo pieno di torte là fuori,
di
pasta fatta in casa.
Tocca
farci i conti. Il conto per favore.
No ma
che ci faccio qui? Un altro ristorante vegetariano…
Perché
finisco sempre nel posto sbagliato?
Mi
sento in colpa.
Perché
ho quasi trent’anni e sono sola.
Devo
essermela cercata.
Forse passo
troppo tempo fuori casa
Forse
faccio troppo forse viaggio troppo forse mangio troppo forse lavoro troppo
forse pretendo troppo… Lo so:
parlo
troppo. Penso troppo. Parlo troppo di quello che penso.
Dovrei
fare più torte.
Dovrei
essere più torta nella vita… dolce, soffice e invitante.
Farmi
leccare la panna, mordere le ciliegine.
Memo
per i trenta: imparare a fare tutto a mano,
a
farmi dare una mano ogni tanto.
Infornare.
Sfornare bambini?
Smettere
di bere.
Farmi
accarezzare il pancione…
Scodinzolare.
Un
cane! Potrei farmi un cane!
Così
non avrei più tempo per cucinare.
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