giovedì 27 dicembre 2018

NARTALE di Narciso Fenice Ramparti


La trafiggo col mio terzo cazzo (quello fumé) e sembra esalare un ultimo respiro. L'ultimo di una vita stuprata dal vuoto. Il primo di una nuova insperata esistenza. Già, perché ora siamo amici su FB e il tuo quotidiano ne riuscirà trasfigurato.
Lo ammetto, coltivo la perversione di timbrare il biglietto sul bus guardando languido l'autista. Di solito ne rimane profondamente turbato XD forse pensa a come sarebbe se, su quella stessa mugghiante vettura, fossimo i soli. Quanto maschio il motore, quanto possente la stazza di questi autobus. Spesso chi li guida è pelato, ma cosa vuol dire.
Oddìo, non so se riesco a trattenermi. Il mio seme rancido le corrode i tessuti dall'interno e riaffiora violaceo gonfiandole il sottopelle. Solito difetto di affidabilità. Ma, in cambio, la trasverberazione.
Sampdoria-Chievo 2-0, mentre il Parma sta clamorosamente vincendo a Firenze. Sia pur di misura. 'Partita che ha dell'incredibile', chiosa amaramente il sempreverde Guetta.
Allora negoziamo: io vi skopo la donna e voi mi pagate in cocaina. Non subito, occhei. Però mi rakkomando: prima delle Feste. Sennò quando vi ribekko.
Stasera mangiamo la luna intatta. Soprassediamo invece su come appresi (nel peggiore dei modi) cosa sia un fecaloma.
'Anche il mio cane era vergine, signora Uccelli. Ma ora la polizia me l'ha ammazzato'. Ciò detto, il reprobo si leva sabbioso, ondeggiando nella bruma e portandosi, benché controvoglia, affanculo.
Io, labile e leggiadro. Lauto e lussurioso. Avete appena appreso l'avita armonia cui anela l'azzurro artificio dell'allitterazione.          

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