sabato 30 maggio 2020

SEI QUARTINE di Verdiana Raw


Nel morso docile di chiaro affluisco corpo a corpi,
per scansare o per dormire con la Morte;
ad un frangente saccarifero ecco la colpa,
eppure d’amore i ricordi mai son troppi!

Se lo decido io, sono poeta per posizione presa:
poetessa no, senza la A diventa poet.
Se lo concerto io, sono poetessa in barba ad ogni barba:
quando gli ormoni salgono, pronta e’ l’offesa.

Mio figlio, cinque anni: le parolacce, tutte;
dove le sente? dove le prende? quando e’ iniziata?
All’Eterno Volgo, il mio proprio torto, voto:
‘Amore mio, solo se finte sono brutte.’

Volevo gia’ da prima andarmene di casa.
Da questa casa, che mi corrode senza spazio ed il mio spazio rende schiavo.
Ero gia’ prima, ferma a domande saturnine scabrose e invece ora
da questa inattuata fuga sono invasa.

S’e’ detto dieci e dieci non saranno.
S’e’ fatto tardi e domani arriva.
Non e’ soltanto costruire ad libitum,
creazione  e’ riparare al danno.


Perche’ il perche’ si chiama avverbio,
e’ funzionale se funziona e vive.
 Cresci e semini nel sangue; lasciato solo
 fra te e Dio rimane acerbo.


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