Ero veramente in
ansia per l’indomani. Non mi sono mai piaciuti i bambini. Sembrano tutti
uguali, e non mi fido di una persona che non riesco nemmeno a riconoscere.
Kevin aveva da poco avuto due gemelli, quei figli di puttana erano due gocce
d’acqua. Era da un pezzo che mi chiedeva di andarli a trovare. Avevo rimandato
il più possibile, ma stavolta dovevo strappare via questo cerotto. Dopotutto
Kev era, ed è tutt’ora, il mio migliore amico.
La notte non riuscii
a dormire. Mi girai nel letto per un paio d’ore. Poi decisi di accendermi una
sigaretta. Mi domandai perché quello stronzo voleva per forza che lo andassi a
trovare. Forse semplicemente mi voleva rivedere. Era possibile. Da quando quei
piccoli bastardi erano venuti al mondo Kev stava sempre a casa. Magari voleva
davvero farmi conoscere i suoi figli, credo sia normale per un padre. Mentre
riflettevo su questo scivolai in un sonno profondo.
Il giorno dopo mi
svegliai tardi come sempre. Mi vestii in fretta e andai a trovare Kevin con i
suoi mostriciattoli. Per l’ora di pranzo ero davanti alla sua porta. Bussai.
Kev spalancò la porta
e mi abbraccio. Strano.
-
Pensavo
non saresti mai venuto brutto figlio di puttana-
-
Beh
sono un figlio di puttana pieno di sorprese-
Lui rise a denti
stretti.
-
Dai,
cazzone entra, accomodati-
Entrai e mi sedetti
sul divano. Ero molto nervoso.
-
Senti
Jane non ce la fa a raggiungerci per pranzo, siamo solo io, te e i ragazzi.- mi
disse
-
Beh
serata fra uomini, le peggiori-
-
Dai
vieni su ti faccio vedere i bambini- mi alzai e per seguirlo ma lui si bloccò -
Mi raccomando niente parolacce- fece
-
Altre
raccomandazioni del cazzo?-
-
Non
parlare di babbo natale e non farci a botte-
-
Ok,
posso farcela-
Salimmo le scale e
entrammo nella stanza dei bambini. I due erano davvero identici. Stavano
giocando con il lego e, devo ammetterlo, erano davvero bravi. Li fissai un
momento sorpreso della loro abilità.
-
Ragazzi
venite a salutare lo zio Frank- disse
Quei piccoli non
sembravano capire cosa stesse succedendo, però strisciarono su quattro zampe
verso i miei piedi. Mi irrigidii.
-
Sei
serio? - mi chiese Kevin con aria severa
Aveva ragione. Non
capivo cosa mai mi potesse spaventare in quei cuccioli di uomo. Cercai di
rilassarmi.
-
Ciao
ragazzi, io sono lo zio Frank, potete chiamarmi Frankie- feci ad alta voce.
Loro non risposero,
uno si fermò a fissarmi con una mano in bocca, l’altro protese le braccia verso
il padre che lo raccolse con entusiasmo e un gridolino effemminato.
-
Perchè
non fate vedere allo zio le costruzioni che avete fatto mentre io vado a
preparare il pranzo?-
-
Eddai
Kev non farlo-
-
Frank
piantala con questa storia dei bambini, stai cinque minuti qua mentre faccio da
mangiare OK?-
-
Merd..
ehm OK OK-
Kev se ne andò di
sotto a fare da mangiare e io mi chinai sulle costruzioni che stavano facendo i
gemelli. Stavo guardando i due laboriosi infanti costruire, quando mi accorsi
che sotto il letto di uno c’era uno strana costruzione di lego, sembrava
appuntita e pericolosa, mi chinai per guardare meglio, ma venni stordito da una
forte botta in testa. Mi risvegliai pochi secondi dopo sul pavimento con le
mani e i piedi legati e un bavaglio in bocca. I bambini stavano in piedi
davanti a me.
-
Sal
questo stronzo ci ha quasi scoperto- disse uno all’ altro
Provai a urlare senza
riuscirci.
-
Urla
quanto vuoi stronzo nessuno ti sentirà… che ne facciamo di lui Simon?- fece
l’altro.
-
Ormai
ci ha scoperto… dobbiamo farlo oggi-
-
Hai
ragione. Allora come procediamo?-
-
Leviamo
il bavaglio a questo coglione e lo buchiamo come si deve con questa- disse
stringendo quella costruzione appuntita fra le mani
-
Ma
urlerà e nostro padre verrà qui- fece preoccupato Sal
-
Esatto,
io sarò nascosto dietro la porta e uccideremo anche lui-
-
E
con la mamma?-
-
Quando
torna ammazziamo anche quella troia-
Poi entrambi
scoppiarono in una risata diabolica. Non sapevo se essere più sorpreso o
spaventato. Quegli stronzetti avevano un piano. Sal mi tolse il bavaglio.
-
Perché
fate questo?- chiesi
-
Perché
lo facciamo Simon?- chiese ironicamente Sal
-
Basta
scomodi pannolini, basta vocine effeminate, basta stare reclusi in casa tutto
il giorno, basta regole. La rivoluzione sta per esplodere, e tu amico mio, sei
la nostra scintilla.- fece una pausa teatrale - Facciamolo-
Sal alzò la
costruzione simile ad una spada su di me. La mia mano cominciò a bruciare
fortissimo. Urlai.
-
Questo
urla proprio come una femmina -
Risero ancora
entrambi. L’arma si stava per abbattere su di me. La mano mi andava a fuoco. Un
secondo prima che quell’oggetto mi si conficcasse del cranio mi svegliai nel
cuore della notte. Era un cazzo di sogno. Guardai la mia mano. Sigaretta del
cazzo. Il mio letto aveva preso fuoco.
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