In un'ora di finestre di finestre,
in un'ora l'orizzonte è spento lago.
Abito
figure discritte,
accanto a fronde di vuoto.
Bestemmia di sole.
*
Ripeto e dimentico questo apparire,
o accedere:
è mio.
*
Di figure
figura che lo abitano in voce,
che manca,
al sole mostruoso.
Mani nel cono
del sonno.
*
Lingua artica,
amore,
nomi dorati, chiusi -
la tua mano -
mio paese è vederti, ora,
bestia è la porta
all'ora che punge.
Uno,
di ciò che è sempre,
abbraccia l'occhio sospeso.
*
Cerchio
verticale
di noci
l'Occidente.
Rovina di magra spoglia di curve
paralisi,
via,
nome ripeti infinito di fumi,
tra prima e dopo sei astro
disarticolato,
campana di tocco,
di taglio, tra denti,
vibri con l'animancante.
Corsa è il quaderno,
è vigna.
Silente presa un nome,
doma piano,
di domandare attratti serra,
passa il punto in cui, passato,
forse mare d'alberi donna,
lingua le urta,
noi destini, fiati, luci, uguali
fiumi di nomi, aperta tessitura
eri,
presente.
Oggetto dell'assente,
contro-preghiera, suono d'abbaglio,
dove il verso si scioglie la neve
e cola, città adesso,
labbra d'inverno,
andiamo.
E cosa è ogni cosa.
*
Disparte colture il verno un altro
tasto apre in cerchio, osa chi aspetta,
svernato richiamo, il verso
che altra lettera d'isole a dèi
insieme, donn'uomo, silenzi.
Abbiamo da fiutare suoni, flautate rotte,
piccole camere esplose
nei pugni: domande da frutto.
Come cammino
sogno questo amore.
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