“Ho visto la luce accesa, mi fermo solo qualche minuto, ho quasi finito, ho iniziato prima ed ho velocizzato perché ci tenevo a vedere la cometa…posso dottore? ”
“Figurati,
non sto facendo niente di particolare, prendo solo qualche appunto e faccio
scattare due foto al telescopio”
“Che
emozione deve essere per lei, dottore, così da vicino…la cometa…”
“In
realtà sai…no. La osservo da quando è emersa dallo spazio profondo, le ho fatto
tante di quelle foto, l’ho misurata una, due, tre, quaranta volte…so tutto di
lei…è come incrociare per strada una vecchia conoscenza e salutarsi per
educazione, ma poi, sotto sotto, non c’è niente di particolare da dirsi”
“Oibò,
allora è meglio essere uno che passa lo straccio nei corridoi, ci si può ancora
emozionare per una cometa che ti passa davanti”
“Nessuno
è migliore o peggiore di qualcun altro, io non sono migliore di te perché
riempio una pagina di calcoli e tu non sei migliore di me perché lasci che una
maniglia risplenda, è solo che ognuno di noi è diverso dall’altro e si emoziona
per cose diverse…e poi sai le comete sono ottime ingannatrici”
“Addirittura?”
“Sì,
in realtà sono massi, palle di roccia mescolate a ghiaccio che si infiammano a
contatto con l’atmosfera, liberando la coda, e tornano ad essere sassi informi,
che ruotano vagando nello spazio, non appena si sono allontanate abbastanza…”
“E
quella storia della vita che viene dalle comete? Delle polveri o che so io
cadute dalle loro code e venute a germogliare sulla terra?”
“Un’ipotesi…valida,
da dimostrare”
“Ma
io che sono un povero ignorante, posso dimenticare che è solo un’ipotesi e
continuare a crederci perché è un’idea che mi piace?”
“Certo!
E’ quello che fa anche uno scienziato, finchè qualcuno non gli dà prova che sta
nutrendo la convinzione sbagliata”
“Allora
io, povero addetto alle pulizie ed uno scienziato come lei non siamo poi così
diversi?”
“Parrebbe
di no…io anzi sono costretto a rinunciare ai miei sogni quando qualcuno riesce
a dimostrarmi che sono appunto sogni mentre tu puoi continuare a sognare, io so
che un sogno può essere smentito da un momento all’altro, si può dire che
aspetti il momento che un sogno svanisca, altri possono coltivarlo tutto il
tempo che vogliono…ma è il prezzo che si paga alla scienza, e la scienza è la
vita che ho scelto”
“Beh,
io non ho scelto di fare pulizie…chi lo sceglierebbe del resto…ma almeno mi
metto un vivaio di sogni sul terrazzino della mente…e sento il profumo! Ma
l’inganno dottore allora dove sta? Se la cometa in realtà è un sogno?”
“Non
saprei…forse l’inganno è nella cattiva intenzione di chi inganna…e lo fa dunque
volutamente…la cometa non è altro che un povero sasso con un cuore di ghiaccio,
a cui dà noia l’ossigeno e che per questo si fa vedere ogni cento anni e cerca
di allontanarsi il più velocemente possibile da noi….un cervello, della materia
organica a cui interessi ingannarci, prenderci in giro, no….non ne dovrebbe
possedere”
“Allora
è sempre l’uomo dottore, siamo sempre noi…è l’anima”
“Credo
di sì…o qualunque cosa sia quella ove risiede ogni nostro pensiero, ogni sensazione…per
quanto una volta sia stato ingannato da una nebulosa”
“Nebulosa
dottore?”
“Sì…calcolavo
calcolavo…quando ero convinto di aver calcolato tutto correttamente passavo di
nuovo all’osservazione…puntavo il telescopio…impostavo i tempi di esposizione…programmavo
le tempistiche delle rilevazioni fotografiche e spettrometriche e…bam! Tutto da
rifare, magari per pochi millesimi o centesimi di secondo…ma non credo che
quella nebulosa avesse l’anima, saranno stati i gas estremamente volatili alle
estremità…”
“O
perché era femmina!”
“Già
già…per quanto debba ritenere il pensiero un genere neutro…”
“Dottore
una luce rossa…lì si è accesa”
“Ah
bene è il telescopio! La sta inquadrando e tra poco comincerà a scattare! Dai
un’occhiata coraggio”
“Non
saprei dottore, dovrebbe guardare lei…”
“Io
guarderò un sacco di foto! Poi ti ripeto, per me è una vecchia conoscenza!”
“Che
bello dottore! Non si direbbe mai che è un sasso dal cuore di ghiaccio! A volte
vale la pena essere ingannati”
“In
uno scritto antico un filosofo ed un uomo di cultura parlano fra loro: il
filosofo rimprovera all’uomo di cultura l’ammirazione per le cose belle, che
invecchiano, deperiscono, diventano scheletri e polveri, l’uomo di cultura
risponde che una cosa bella è bella sempre e sempre darà gioia, nel presente e
poi nel ricordo”
“Figurati,
ero un uomo di cultura senza saperlo! In proposito la mia parte non acculturata
mi dice che devo ancora finire il mio giro di straccio…buonanotte dottore
faccia fare belle foto a quell’aggeggio lassu’…”
“Buonanotte”
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