lunedì 17 settembre 2018

BUONE AZIONI di Roberta Vannucci


FILIPPO
“Ieri, giornata da dieci: al lavoro liscio come l’olio e non è poco vista l’aria che tira. Lucia poi si è bevuta la storia del calcetto; di mercoledì, quando mai? E per fortuna! Altrimenti Federica chi la sentiva!” Filippo cammina veloce nella grigia indifferenza del caos mattutino. È giovedì e poche nuvole in cielo se ne stanno sfilacciate a rimirare la solita, vana frenesia. Filippo entra nel primo bar sulla sinistra. Ordina un caffè doppio e un budino di riso che ingurgita simultaneamente causa una velocità nel servizio quasi irritante. Uno sguardo fugace al culo della Mariella, la barista, e via di nuovo in strada. “Meglio chiamare Federica … è sempre in ritardo. Speriamo si ricordi l’appuntamento con Becheroni”. Filippo tira fuori il telefono dalla tasca e lo guarda perplesso. “Lo devo cambiare. Mi sa che mi prendo un Iphone”. Poi sospira. “Le giornate sono corte. Troppo corte per tutte le cose che ho da fare”.

CRISTINA
-          E poi cosa le devo dire, padre, le giornate sono così lunghe. Mi sembra che non finiscano mai. Arrivo alla sera e ho come l’impressione di non dormire da giorni. E la mattina, poi, mi alzo più stanca di come sono andata a letto –
-          Cara Cristina, quando si hanno delle preoccupazioni non si riesce a riposare bene ed ogni minuto sembra una spina dolorosa, è vero? Ma con l’aiuto del Signore si deve trovare la forza di sopportare ogni spina –
-          In questo momento, devo dirle la verità, non trovo conforto neanche nella preghiera –
-          Ma a che punto è arrivata la questione? –
-          Mah … sappiamo così poco e le notizie dalla tv sono poco rassicuranti. Siamo in attesa. Proprio stamani Andrea ha chiesto un colloquio e così sapremo qualcosa di più preciso –
-          E Guido? –
-          Guido …. Dipende dai giorni. Si è sempre occupato lui di queste cose e aveva i suoi consiglieri. Gente di fiducia. Perciò è ottimista. A giorni alterni … –
-          Lo capisco Cristina, lo capisco. Ma credo anche che le cose si sistemeranno. Preghiamo insieme –
-          Preghiamo –

FEDERICA
“Come al solito sono in ritardo. Devo darmi una mossa o arrivo tardi anche oggi”. Federica balza rapida sulla sua Micra grigio metallizzata. “Azz! Mi è colato il mascara!” I suoi occhi verdi fulminano al di là dello specchietto l’evidente e colpevole sbavatura. “Lo sapevo che non dovevo comprarlo dal cinese, è l’ultima volta! Oh, ecco Filippo che mi chiama”.
-          Si ciao. No, sono ancora per strada. Si lo so e c’è anche traffico. Certo che me lo ricordo … a che ora di preciso? Ho un sacco di tempo allora! È chiaro, ci parlo io, stai tranquillo. Ci vediamo in ufficio. Si, ok. Ciao, ciao –
“Oggi mi tocca di nuovo prendere tempo. Speriamo che questo non sia un osso duro. Speriamo assomigli al padre. Per essere un casino, è proprio un casino bello grosso. Questione di giorni però, poi le cose si risolveranno. Il posto di vice questa volta me lo stramerito. Con il cuore non si fa carriera. Dove l’ho sentita questa? Boh …”  Federica inforca i suoi occhiali marca Ray-Ban e accende l’auto. “Fanculo il mascara, ci penserò in ufficio!”

GUIDO
-          Cristina! Cristina! Dove sei? – La voce di Guido per la casa è lo squillo di una tromba arrugginita.
-          Qua, in cucina! Che c’è? – Cristina si blocca per un attimo: la tazza a mezz’aria in una mano, lo strofinaccio nell’altra.
-          È già andato via Andrea? – Una testolina canuta fa capolino dalla porta, un pulcino anziano che dispiega i suoi occhi all’intorno senza trovare ciò che sta cercando.
-          Eh … si. Doveva anche passare a saldare il dentista. Ti ricordi? Te lo aveva detto –
-          Ah già! Si, si, è vero … l’ha presa la cartellina dei documenti? –
-          Certo, ha preso tutto, stai tranquillo –
-          Bene. Federica, ci spiegherà tutto e finalmente riprenderemo i nostri soldi –
-          Ma si, Guido, devi stare tranquillo. Aspettiamo, vediamo … e comunque lascia che ci pensi Andrea …  ora però prendi la pasticca, sennò te ne dimentichi, come ieri –
-          Ah già … si, la pasticca … -


ANDREA E FEDERICA

-          Permesso, posso? –
-          Oh ma prego. Entri, entri pure – Federica si alza e si sporge oltre la scrivania allungando la sua mano affusolata – Piacere, sono Federica Mannelli –
-          Piacere, Andrea Becheroni – Andrea si siede e cerca di concentrarsi su qualcosa per fugare la sensazione di disagio che gli stringe lo stomaco come una brutta indigestione. Il rosso fuoco delle unghie di Federica potrebbe fare al caso suo così fissa lo sguardo sulle mani della ragazza.
-          Allora, mi dica tutto – Il volto di Federica si apre in un sorriso placido, quasi ammiccante. Gli occhi lampeggiano con un retrogusto di sfida sotto il mascara perfetto. Andrea smette di fissarle le mani e subito la sensazione di indigestione si trasforma in nausea di un certo livello. Deglutisce con forza ma in modo fortunatamente impercettibile.
-          Sono qui per avere alcune delucidazioni e conoscere gli andamenti degli investimenti fatti da mio padre –
-          Le azioni BT, certo. Lo capisco, con tutto quello che si sente in tv mi sembra giusto che siate preoccupati – Federica guarda oltre la finestra con sguardo sconsolato.
-          Beh. A noi basterebbe poter ritirare i nostri … -
-          Ma io le dico che non si deve fidare dei giornalisti –
-          No … ma noi vorremmo … -
-          Perché i giornalisti, vede, sono sempre alla ricerca dello scoop –
-          Va bene, ma mi scusi – Andrea riesce ad alzare il tono di voce quanto basta perché Federica torni a guardarlo negli occhi – io sono qui per capire esattamente qual era il rischio delle azioni BT. Perché gli interessi, l’ho visto, erano molto bassi ma è del rischio che non sono sicuro. Era basso? No? Perché qui c’è scritto … - Andrea apre la cartellina che aveva appoggiato sulla scrivania.
-          Ma guardi che i documenti li abbiamo anche noi, sa? Glielo dico io che le azioni sono sicure. Sono quelle della banca … più sicure di così! Gli stessi investimenti li ho proposti anche ai miei genitori. Questo per dirle che ci siamo comportati con suo padre come se fosse il nostro. La azioni non sono buone ma buonissime. Voi dovete stare tranquilli –
-          Si ma vede, mio padre vorrebbe riprendere tutti i suoi soldi e per fare questo quanto tempo ci vorrà? –
-          Ecco, in questo momento il mercato è bloccato. Ma si sbloccherà nel tempo di qualche giorno. Credo già entro la prossima settimana. Allora potrete riavere i soldi ma sono sicura che non li vorrete ritirare perché le assicuro che nel frattempo il mercato si sarà ripreso. È vero che ora le azioni BT sono date in calo ma fanno prestissimo a risalire. Le stesse azioni le abbiamo comprate anche noi impiegati. Guardi, torno a ripeterglielo, la azioni BT non sono buone, sono buonissime. E perciò le chiedo ancora un po’ di pazienza. Tornate tra un paio di settimane, martedì … anzi, facciamo mercoledì 27. Alle 11:00 qui in filiale da me. Aspetto lei e suo padre, d’accordo? – Federica è già sulla porta con una mano sulla maniglia – Grazie … ora avrei un altro appuntamento … -
Andrea si alza confuso e impacciato. - Si beh, allora arrivederci a mercoledì e … - La porta grigia che con estrema gentilezza Federica gli ha appena richiuso in faccia lo guarda silente e altrettanto silenziosamente sembra indicargli l’uscita. Il rumore dei tacchi di Federica che si muove all’interno della stanza lo risvegliano dal coma vigile in cui Andrea è appena caduto. L’uomo esce dalla banca con uno strano ronzio in testa il cui ritornello ripete come un mantra: “Le azioni non sono buone, sono buonissime”.
Nel frattempo Filippo entra nell’ufficio di Federica. – Ho ascoltato ogni parola. Sei stata bravissima! –
-          Quindi stasera mi porti a cena fuori? –
-          Stasera veramente ho il compleanno di mia suocera –
-          E che palle! – Federica si alza e sorridendo si avvicina a Filippo – Dai, che ti perdono. In cambio mi basta il posto di vice … -
-          Sto già lavorando per te … ora scusami ma a mezzo giorno e un quarto ho un cliente un po’ impegnativo … -
-          Ok, ok … allora a dopo – Federica resta in piedi a guardare Filippo che si allontana.


DUE SETTIMANE DOPO

Guido e Andrea arrivano in banca con dieci minuti di anticipo. Cauti come soldati in un campo minato superano un corridoio di porte chiuse e bussano con discrezione all’ufficio di Federica. Da dentro una voce li invita ad entrare.
-          Permesso … - I due uomini si bloccano sulla porta.
-          Prego, entrate – La voce è giovane e squillante.
-          Mah … noi avevamo un appuntamento con la signorina Mannelli – Andrea è evidentemente disorientato.
-          Ma la signorina Mannelli non lavora più qui. Non so dove sia stata spostata. Ma prego, potete parlare con me, come posso esservi utile? –
I due uomini più che sedersi si lasciano cadere confusi sulle sedie preparate per loro.
-          Siamo qui per le azioni BT e vorremmo sapere se … -
-          Ah, no! Di quelle non so proprio niente, mi spiace. Non le ho mai seguite, non ne conosco l’andamento né tanto meno il rendimento … -
-          Ma allora scusi … -
-          Se mi permettete però potrei consigliarvi un nuovo investimento … -
-          Ma sta scherzando?! – Andrea scatta in piedi con atteggiamento moderatamente minaccioso – Vogliamo parlare delle azioni BT come concordato con la sua collega! –
-          Benissimo. In questo caso però l’unico con il quale potete parlare è il direttore che in questo momento purtroppo non c’è. Se volete posso fissarvi un appuntamento ma a questo punto credo non prima del mese prossimo … -
-          Il mese prossimo?! Ma lo sa da quanto tempo noi cerchiamo di riavere i nostri soldi?! È una vergogna! – Andrea ha definitivamente buttato la sua calma nel primo cesso della sua coscienza.
La tensione accumulatasi evapora velocemente e svanisce appena Guido e Andrea escono dalla stanza con in tasca un nuovo appuntamento e in testa uno sgomitare di pensieri peggio di quando sono entrati. Pochi minuti dopo la giovane è convocata nella stanza del direttore. Filippo è in piedi davanti alla finestra. Si volta con calma appena lei entra.
-          Allora, Claudia, tutto bene con i Becheroni? –
-          Si, beh … diciamo di si. Ho preso tempo fino al mese prossimo –
-          Hai fatto un buon lavoro. Mi sembra tu ti stia muovendo bene –
-          La ringrazio direttore … -
-          Che ne dici di venire a cena con me stasera? –
-          Mah … veramente non saprei … -
-          Così parliamo anche di quel posto di vice ancora vacante … -
-          Va bene, certo … volentieri, direttore –
-          Basta con questo “direttore”, chiamami pure Filippo –
L’uomo sorride poi prende in mano il suo Iphone nuovo di zecca e chiama la moglie:
-          Stasera non ci sono per cena. Ho un cliente un po’ impegnativo -

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