lunedì 4 giugno 2018

LA FINE DEI COMBATTIMENTI di Monica Capomonte


Tetsuja scese dal Mazinga pieno di lividi e graffi. Tutti conoscevano la parte eccitante, il combattimento coi mostri, le vite salvate sotto il bombardamento alieno. Pochi conoscevano quello che accadeva la sera, quando il ragazzo rincasava, e ad aspettarlo c'era un'insalata con del pollo freddo. Quella sera dal bosco usciva un silenzio denso, sinistro. Tetsuja fissò tra i rami resi scuri dalla notte, ma non riuscì a scorgere nulla, se non le ombre degli alberi. Decise di coricarsi senza mangiare, posandosi sul letto con ancora indosso la tuta del Mazinga. Si addormentò quasi subito, ascoltando il proprio respiro che si perdeva nel silenzio. Quando la melodia lo svegliò era ancora notte fonda. Il suono di uno strumento a fiato, rudimentale, dolce e potente. Tetsuja corse alla finestra, temendo si trattasse di un tranello dei Micenei. Non era la prima volta che l'Imperatore delle Tenebre inviava un suo emissario assassino nascondendolo dietro una forma gentile. La figura femminile che suonava il suo flauto di bambù, alle pendici della foresta non era una delle Bestie Combattenti. Era Jun.

"Che cosa fai qui, a quest'ora?"

"Volevo che tu venissi da me."

"Jun, che dici?"

La ragazza si alzò dal giaciglio dove era seduta. L'abito che indossava era trasparente. Delicato e provocante.


"Jun ..." Lei prese il viso di Tetsuja tra le sue mani, e le loro labbra si unirono. Tetsuja era ancora stanco, esausto. Ma fu preso dal desiderio di lei. Si baciarono come mai era successo prima, preparandosi a fare l'amore. Mentre era perso nel suo viso, Tetsuja si accorse la melodia continuava, anche se Jun aveva smesso di suonare. Vide un lampo negli occhi di lei e poi "Tetsuja! Sveglia!" Jun era davanti a lui, in divisa da battaglia. "C'è stato un attacco! Dobbiamo andare!" Era la solita Jun, piena di vita e di energia. Ma Tetsuja sapeva che una volta ascoltata la melodia, niente sarebbe tornato come prima. I tempi dei combattimenti stavano per finire."Arrivo!" gridò lui, correndole dietro e fingendo di non avere pensieri.

 

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