Roma,
28 febbraio, III anno dopo lo svelamento dell’inganno.
Sofia
posò il telefono sul tavolo del bar. Ancora sorrideva: decisamente una grande
notizia quella che aveva appena ricevuto dal dottore.
“Ehi,
hai la faccia delle grandi occasioni” Giorgio posò il giornale arrotolato
accanto al cellulare di Sofia, e si sedette; non prima però di averle
schioccato un bacio sulla testa. Sofia allungò una mano per stringere le dita
di lui. Un gesto fugace, ma importante per lei.
“Allora?”
proseguì lui. “Buone notizie”
“L’ultima
conferma.”
“Sugli
esami?”
“Sì. I
danni delle scie chimiche si sono finalmente riassorbiti.”
Lui le
strinse la mano. L’avrebbe baciata, se avesse potuto, ma erano in pubblico, meglio
non dare troppo nell’occhio. Poteva esserci ancora l’ex marito di lei,
dopotutto.
“Sono
veramente felice. Sei guarita.”
“Sì. E’
finita. Sono sollevata, finalmente. Prima tutti quegli anni a combattere contro
quei bastardi in malafede, che negavano tutto. Fantasie, dicevano. Mi
trattavano come una pazza.”
“L’hai
detto. Erano dei bastardi.”
“E
invece era tutto vero!”
“Lo so.
Sono stati anni difficili. Ma adesso, da tre anni, almeno quella battaglia è
vinta. E ora sei guarita. Sarebbe bello festeggiare un po’ che dici?”
“Sarebbe
bello potessimo …”
“Lo so.
Ma è ancora presto. Goditi il momento. Che hai voglia di fare?”
“A
parte …?” Lui le strinse di nuovo la mano
“Sì. A parte quello, ovviamente.” Sorrise, con
dolcezza.
“Credo
che farò un viaggio.” Portò la bocca la tazzina del caffè. Era orzo ovviamente,
da quando era stato scoperto quello che veniva messo dalle multinazionali in
quello che prima chiamavamo caffè. Il sapore non era lo stesso, ma era
piacevole sentire il piccolo manico caldo tra i polpastrelli, e odorare l’aroma
che ti entrava nelle narici. Era buono, e quello almeno non ti uccideva.
“Fai
bene. Mi piacerebbe poter venire con te. Da quando abbiamo finalmente svelato
che la terra è piatta i prezzi si sono notevolmente abbassati. Dove vorresti
andare? Non in Australia, purtroppo.”
“Eh no.
Quella non esiste. Lo sappiamo adesso. Ma un bel viaggio. Con il treno, poi in
battello. Senza rumori, senza …”
“Senza
scie chimiche, certo.”
“Già.”
Bevve il caffè d’orzo, e scivolò dolce nella bocca. Quando lo ebbe assaporato
aggiunse “Giorgio, non è proprio possibile che tu…”
“Lo sai
quanto mi piacerebbe. Ma non posso. E non si tratta soltanto del tuo ex.”
“Il
lavoro?”
“Sì. Ci
siamo quasi sai? ... Belle notizie, finalmente.”
“Che
dici? L’Agenzia Spaziale ….?”
“… Sì.
Abbiamo fissato la data. Stamani daranno l’annuncio ufficiale. Tra 12 anni, nel
2034, il quindicesimo dopo lo svelamento, potremo finalmente arrivarci. L’uomo,
per la prima volta e stavolta per davvero…. Arriverà sulla Luna!”
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