Pablo
Hunghino era italiano, ma karmicamente presentava influenze gitane, haitiane,
mediterranee antiche e qualcosa di celtico. Per cui era un coacervo di forze
magiche e di superstizioni che si erano installate a centinaia in lui e
scattavano suo malgrado come automatismi. Si faceva scongiuri a ogni parola
negativa sentita, pronunciava parole di protezione a ogni gatto di qualsiasi
colore che attraversava la strada o che se ne stava tranquillamente per i fatti
suoi. E si documentava su filosofie esoteriche d'ogni sorta e provenienza,
importunando dai fondatori di Ordini Magici di Grandi Scuole d'Oriente e
d'Occidente alle zie di paese che segnavano i porri. Ovviamente aveva una
fortissima dipendenza da divinazione. Si faceva l'I Ching una volta al giorno e
i Tarocchi una volta alla settimana. Per cinque tipi di tarocchi diversi. I
tarocchi, che è meglio farsi fare da qualcun altro, dice la dottrina, andava a
farseli fare da una sua amica che a vederla quando rideva sembrava Satana. Una
amica della cartomante invece l'aveva frequentata da ragazzino, molto taroccata
anche lei, la quale una volta lo portò in una zona sopra a Fiesole, boscosa,
dove gli confidò che aveva partecipato a sedute spiritiche proprio in quella
zona. Pablo, già impostato sul canale "disinvolto seduttore", apparve
d 'un tratto molto nervoso. Mentre parlavano, lei rincarava la dose di fatti
inconsulti e misteriosi, tipo un amico -il medium delle sedute- che parlava di
botto in altre lingue, cadeva a terra svenuto ogni tre per due, e via così.
"Però, che fortuna!" commentò Pablo. "Si, è un tipo molto
carismatico." disse lei gravemente. Pablo a un certo momento sospettò che
la tipa lo prendesse per il culo. O che si divertisse ad impressionarlo.
Ripensandoci erano un po' scontatine, ste cose. Un po' horror televisivo
stravisto. O robe da pigiama party intorno al caminetto... Voleva forse
spaventare un esperto d'esoterismo come lui? Ah! Si accese una sigaretta in
stile bogartiano, tornò sul canale "disinvolto seduttore", aspettò
tranquillamente che finisse di parlare. Sorridendo a denti stretti. Poi le
saltò addosso. Lei freddina. Immobile. Ma non diceva no. Pablo insistette (o
insisté?), quando a un certo punto sentì un cigolio. La macchina? Le macchine
non cigolano, semmai i letti... riprese il lavoro. Ancora il cigolio, ora il
rumore durò più a lungo. Silenzio. Dopo qualche minuto: clang, clang, clang. Il
rumore era abbastanza lontano, ma distinto. "Lo senti anche tu?"
chiese alla sua dama che non s'era mossa d'un millimetro. "Certo."
fece lei senza battere ciglio. "Porca Puttana." disse Pablo Hunghino.
Si tirò su, guardò fuori dai finestrini: il bosco li circondava. E la notte.
"Sembra... il rumore di una catena." "Sono le due catene di
un'altalena. E' una bambina su un'altalena." "Ah. E tu come lo
sai?" La dama sorrise enigmatica. Ok, tutto molto horror serie B scontato,
ma a Pablo si erano drizzati tutti i peli e tutti i pori, e Bogart se n'era
andato a farsi friggere. Pablo fece qualche respiro profondo cercando di
riflettere. Insistere e sbattersene del rumore? Ma questa chi era? La strega di
Endor? La Maga Magò? Carina era carina ma... clang, clang, clang. Ancora! Pablo
si accorse che il rumore si sentiva ancora più chiaramente. Schizzò come un
gatto davanti a una tinozza d'acqua. Senza una parola accese la macchina e uscì
dall'imbosco molto rapidamente. Bofonchiò qualcosa, tornando in città.
Inutilmente. La ragazza, come una sfinge guardava davanti a se e lo ascoltava.
Ma ormai la figura meschina era fatta. A Pablo parve distinguere, d'un tratto,
alla luce intermittente dei lampioni, un malcelato sorriso di scherno sulla
bocca di lei. Pablo Hunghino considerò il fatto che accumulare nozioni
esoteriche aveva un'utilità abbastanza relativa, quando ti ritrovavi davanti
una cazzo di strega. Riportò la ragazza a casa, che non smetteva di ghignare.
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