Indugi
Contatti Rifugi
Come la farebbe Zucchero: Indugiai…la contattai…mi rifugiai e dal cuore ritornai (aggiungete
anche un “nel blues” che Zucchero lo mette sempre)
Come la farebbe Battiato: E nel mare dell’indugio, quel contatto che ci espose e riconobbe,
nascose un’anima e le diede rifugio (da cantare con affranto gaudio)
Come la farebbe Zampaglione: Nel mio cuore indugi per un viaggio tra i miei contatti nella rubrica
dei rifugi (raddoppiate consonanti a vostra scelta)
Come la farebbero Mogol/Battisti: Indugiavo camminando, e da uno scoglio caddi
giù nel contatto con il blu e un rifugio lo trovai, così! (il primo
Battisti, ovviamente)
Come la farebbe De Andrè: Nell’indugio di una ruga, in una casa di rimpianti, cerchi un contatto
con un mondo che ormai, senza rifugio ti aspetta (non torna ma è comunque
bella)
Come la farebbe Max Pezzali: Quantindugiii…quantindugiii con te, quandoquelcontattotirifugiainteeeee…
(sulla metrica cercate di non essere troppo formali)
Come la farebbero i Modà: A parte gli scherzi, dai…
Come la farebbe Venditti: E quando esci dall’indugio, in un contatto che spaventa, è la notte di
Roma che ti offre un rifugio (chiudere con “nainana”)
Come la farebbe Ligabue: Ho indugiato al Bar Mario, in una di quelle notti dove cerchi solo
contatti e un paio di cosce ti sembran rifugio (buon testo, da fare tutto
in giro di Sol)
Come la farebbe Jovanotti: Indugi Contatti e Rifugi fanno rima e son meglio di tutto quel che ho
scritto prima (no, non è una mia confessione, è proprio la canzone che fa
così)
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