giovedì 31 ottobre 2019

ALLA MANIERA DI ... di Leonardo Canestrelli


Indugi Contatti Rifugi

Come la farebbe Zucchero: Indugiai…la contattai…mi rifugiai e dal cuore ritornai (aggiungete anche un “nel blues” che Zucchero lo mette sempre)

Come la farebbe Battiato: E nel mare dell’indugio, quel contatto che ci espose e riconobbe, nascose un’anima e le diede rifugio (da cantare con affranto gaudio)

Come la farebbe Zampaglione: Nel mio cuore indugi per un viaggio tra i miei contatti nella rubrica dei rifugi (raddoppiate consonanti a vostra scelta)

Come la farebbero Mogol/Battisti: Indugiavo camminando, e da uno scoglio caddi giù nel contatto con il blu e un rifugio lo trovai, così! (il primo Battisti, ovviamente)

Come la farebbe De Andrè: Nell’indugio di una ruga, in una casa di rimpianti, cerchi un contatto con un mondo che ormai, senza rifugio ti aspetta (non torna ma è comunque bella)

Come la farebbe Max Pezzali: Quantindugiii…quantindugiii con te, quandoquelcontattotirifugiainteeeee… (sulla metrica cercate di non essere troppo formali) 

Come la farebbero i Modà: A parte gli scherzi, dai…

Come la farebbe Venditti: E quando esci dall’indugio, in un contatto che spaventa, è la notte di Roma che ti offre un rifugio (chiudere con “nainana”)

Come la farebbe Ligabue: Ho indugiato al Bar Mario, in una di quelle notti dove cerchi solo contatti e un paio di cosce ti sembran rifugio (buon testo, da fare tutto in giro di Sol)

Come la farebbe Jovanotti: Indugi Contatti e Rifugi fanno rima e son meglio di tutto quel che ho scritto prima (no, non è una mia confessione, è proprio la canzone che fa così)

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