(Calenzano, Teatro delle Donne, tipo marzo 2019)
Troppe
emozioni, percristo, troppe.
Venerdì
sera sono andato a vedere 'Nessuno'. Devo ancora riprendermi.
Mi
picco di saperne sia di Mostro di Firenze che di teatro, e non sto a
dettagliarvi a quale titolo.
Appollaiato
sulla panka de fero laterale, my sniper nest, implacabile e prevenuto, ero
pronto a stronkare qualsiasi minimo difetto. E invece.
Scritto
e recitato benissimo. Ma non per questo sono uscito tranquillo e soddisfatto.
Anzi, proprio per questo, sono uscito incazzatissimo e volevo picchiare
Nocciolini solo per sfogare la tensione e per ringraziarlo a modo mio. In
particolare, ero sicuro che sti giovani, neanche nati ai tempi dei delitti, non
sarebbero riusciti a offrirmi alcuna soddisfacente resa narrativa o drammatica
della vicenda. E invece, cari miei, e invece.
Questo
è forse il più emozionante spettacolo teatrale a cui abbia mai assistito (ok, a
pari merito col JCS ft. Ted Neeley, ma quello è uno spettacolo anche musicale).
A tratti insostenibile il focus intimista sui vissuti delle vittime:
in-sos-te-ni-bi-le. Stefano e Susanna fanno proprio male al cuore, Pasquale e
Stefania fanno proprio male al cuore. Più conosci la storia, più piangi. Un
tributo straziante e poetico alle vittime, questo sì. Questo alla grande.
Interludio
eroticissimo su Locci-LoBianco. Che bel culo che hai. Tanto piccante
quanto inedito e credibile. Quello è un momento, fra diversi altri, in cui
Nocciolini riesce davvero a illuderti sfiorando i fini ultimi e più nobili
dell'arte drammatica.
Noccio
tracima magistero attoriale e autoriale, circondato da interpreti vivaci e
capaci che conferiscono un realismo vernacolare perfetto per il setting della
provincia fiorentina di quarant'anni fa. La scenografia, minimale ma efficace,
esclude le scene in automobile dove sembrava impossibile farne a meno,
ricorrendo a suggestioni visuali o fuoricampo (splendida la metaforica danza
iniziale di Stefania e Pasquale, citazionista ma riuscitissima). Licenze
creative minime ma funzionali e sempre nel rispetto di una rendicontazione
attentissima e partecipe del caso. Spettacolo lungo e mai noioso. Ti inchioda
alla sedia, letteralmente.
La
potentissima scena finale (spoiler alert!), che ho provocatoriamente tacciato
di relativismo gnoseologico tanto per sentire le giustificazioni di Noccio e
Oltremari, riesce nel condividere quanto più largamente possibile il sentire
collettivo verso chi compì quei delitti.
Un
merendaro come me arriva anche a scorgere sul palco persino Toscano,
Andriaccio, Narducci e chi cazzo gli pare. Già, Nessuno. Adesso sono al lavoro
su una mia piéce sul caso, che intitolerò: 'Qualcuno (sarà pur stato,
perlamadonna)'.
Mi
concedo una minima critica di parte, ma solo per rinforzare la mia entusiasta
recensione: a mio parere il mostro era, crowleyanamente, il dio di sé stesso,
quindi non ho potuto farmi carico dell'anticlericalismo noccioliniano che
finisce per traslare distorsivamente su chi uccise una manìa e un motivazione
misticheggianti del tutto inconfacenti, ma comunque di facile presa per un
pubblico generalista o comunque convinto, pur erroneamente, dell'unicità
dell'assassino delle coppiette.
Lì
si è a mio parere tradito la verità ai fini della codificazione mitografica e
antistorica, ma appunto, non è un aspetto che possiamo propriamente contestare
ad una riuscitissima narrazione letteraria e drammatica. Come spettatore
pagante, non ho che da ringraziare autore e attori per un'esperienza unica e
assolutamente insperata. Complimenti davvero. Sto spettacolo rimarrà. Ve lo
assicuro.
*
* *
Pornopostilla:
la mia serata.
Dopo
aver segnalato l'evento dello spettacolo su FB come materiale inappropriato, ho
cominciato a prepararmi. No, skerzo XD
La
Fran sotto metadone mi scarrozza a Calenzano sganciandomi senza accendino e
mezzo, per poi recriminare a vita di non averla fatta venire. Cazzate. Arrivo e
c'è il pienone. Non conosco nessuno! Il volto amico e il saluto di Cappelletti
è infine il miglior viatico per la serata. Oltremari mi aveva raccomandato di
prenotare ma io duro. Realizzata, con altri, la possibilità di non entrare,
m'inkarognisko col barbudo trentunenne della biglietteria: 'non c'è la
riduzione colla tessera di CasaPound? Ho sessantasei anni!' Alla fine entriamo.
Trediceuri, codì, ma ben spesi, come potrò rapidamente calcolare nelle ore
successive.
Avete
presente quando nei sogni diventate superamici di Brian May e Adrian Smith che
parlano in italiano, magari del mercato della Fiorentina o dei vostri
professori?
Proprio
come nei sogni, è uno splendido Puleri a salutarmi comparendomi davanti colla
sua parimenti incantevole Erica. E subito dopo lo spettacolo, proprio come nei
sogni a parte le mani spellate, il mondo alla rovescia con Mori, simile agli
dei, che mi conosce e fa serata con noi.
A
questo impareggiabile quartetto si concede nientemeno che il contesissimo
Oltremari, che sacrifica alla nostra compagnia un aftershow di groupies
urlanti, portandoci in un delizioso pub rustico, che fa sgomberare per
riservarcelo interamente. Un tavolo elettrico! Io poi non so davvero
controllarmi, mangio le frasi degli altri senza masticarle, e son quasi
riuscito a far scazzare l'imperturbabile Edo insistendo per coinvolgerlo in una
fugace messa nera alle bartoline. Scusami. Sei una persona splendida. Avremmo
potuto parlare all'infinito. A un certo punto, risuona agghiacciante un
campanaccio e ci mandano affanculo.
Verso
le due, in un tratturo che sbocca nella vicina via dei Prati, passiamo infine a
salutare i veri protagonisti. Come prevedibile, è una sosta inutile, che serve
solo a farci star male. Ancora di più, se possibile. La scena è come al solito
muta, il genius loci e il vento parlano d'altro. Il mostro non c'è più. Stefano
e Susanna urlano muti, ma sempre più stancamente, il loro scempio ancora (?)
senza colpevole.
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