lunedì 31 gennaio 2022

ASTRAGALO E NARCISO di Francesco Barilli

 1 - SI

2 - NO

3 - FATE ATTENZIONE

4 - SIATE SAGGI

5 - GRANDE FORTUNA

6 - SICURAMENTE

7 - ABBIATE FEDE

8- PAZIENZA

9 - CERTEZZA

10 - DUBBIO

11 - INSENSATEZZA

12 - RISCHIO 

 

Astragalo prese un piccolo sacco di farina, e si premurò di creare un cerchio, in mezzo agli ulivi, della grandezza di circa mezzo passo. Appoggiò un ginocchio al suolo, si apprestò a lanciare i dadi. Ma qualcosa lo fermò. Lasciò i dadi a terra e sollevo lo sguardo.

-I dadi vanno sempre lanciati per un'altra persona e mai per noi stessi- disse rivolto ai fantasmi che erano adagiati attorno al cerchio. –Solo in questo modo è possibile avere una risposta alla domanda. Questa scienza è detta Astragalomanzia, la facoltà di predire il destino attraverso l’astragalus, un osso posto alla base del piede che è- appunto- di forma quadrata. Col passare dei secoli si è scoperto che il responso era dato dalla forma dell’osso, e non dalla sua natura. Per questo motivo si è iniziato ad utilizzare i dadi, al posto delle ossa. Ciò per evitare di dover scomodare… Un cadavere. Un trucco che chi è esperto di cefalomanzia ed esegue la lettura del teschio, purtroppo non può fare.

Dodici risposte, come il numero delle facce dei dadi

Astragalo iniziò a numerare le risposte, alzando un dito della mano destra via via che contava, e proseguendo con la sinistra.

- Si … (alza il l’indice) No … (alza anche il medio) … Fate Attenzione (alza anche l’anulare) ... Siate saggi (il pollice si unisce alle altre dita alzate) … Grande Fortuna … (il palmo ha tutte le dita sollevate). Il mio amico Diogene si fermava qui, ma dovete capirlo… Era monco da una mano. (si volta di scatto). Il mio amico non finì bene: troppe risposte lasciate in sospeso.

-Sicuramente … (alza il pollice della mano sinistra) … Abbiate fede, pazienza. Certezza (alza il medio, l’anulare e il mignolo, uno dopo l’altro) ma non dimenticate (apre entrambe le mani) di nutrire il dubbio. Quello vi tiene in vita. Quello apre due strade davanti a voi, lasciando (chiude i pugni lasciando alzato solo l’indice della mano destra) Insensatezza (alza l’indice della mano sinistra) e rischio!

Astragalo portò gli indici delle due mani alla testa. Chiuse gli occhi, e li riaprì, subito dopo. E sorrise ai fantasmi.

 -Potrei parlarvi di magia. Potrei … mentirvi. Ma non lo faccio. Perché la magia o è mai, oppure è sempre, e allora smette di essere magia. Il calore della terra, l’aspetto variopinto delle foglie, la roccia solida su cui poggiamo e l’acqua che sgorga da essa. Sono miracoli che si ripetono ogni attimo. Non c’è nessuna magia in questo. Ma ciò che avviene qui (preme con le dita sulle tempie) ci piace pensare che sia qualcosa che Zeus voglia guidare, come una succursale delle stelle che abbiamo aperto dietro i nostri occhi.

 

Mentre diceva questa cose Astragalo aveva iniziato a camminare lentamente intorno al cerchio di farina. Poi si fermò, appoggiando un ginocchio al suolo.

- E’ giunto da me un uomo (lancia un dado)

- Mi ha detto di chiamarsi Narciso. (lancia il secondo dado)

- Mi ha detto di avere su di sé una maledizione.

-Guardami- disse una figura in mezzo ai fantasmi. Ma Astragalo abbassò la testa. –Guardami- ripeté Narciso rivolto adesso a una delle ombre- Ti prego, guardami. Quello che sono non è altro che…. fa alcuni passi e si pone al centro del cerchio, voltando le spalle ad Astragalo- un groviglio. Tortuoso, inestricabile, come una radice secolare. Non permetto a nessuno di avvicinarsi a me. Non consento a nessuno di provare amore. Il veleno del disprezzo ha contaminato per sempre le ombre che avevo davanti. Ho cominciato a chiamare la mia scelta … maledizione. Per togliere il peso, capite, per… Cercare di sciogliere i nodi, e dare la responsabilità a Zeus di ciò che avevo fatto. Così posso convincermi che era stato lui, e non le mie parole a fare impugnare la spada con cui Aminia spento la sua vita. (Inizia a piangere, in modo lieve e sommesso). Lei mi amava, mi desiderava e io porto la colpa di quello che ho fatto per tenerla lontana da me. Io sto…

-Stai mentendo, disse Astragalo, alzandosi in piedi dietro di lui, e sollevando un dado e mostrando il numero due. Stai mentendo… Sicuramente (estrae un secondo dado, sulla faccia c’è il numero quattro).

Narciso smise di piangere. Si asciugo le lacrime. E iniziò a ridere.

Quella stupida troia- continuò ridendo. “Sono innamorata di te, non respingermi”. Di chi cazzo sei innamorata, si può sapere? Cosa sai di me? Delle mie scelte, delle mie azioni. Sai con quale pensiero fisso mi alzo la mattina, cosa mi appaga, cosa mi infastidisce? Beh adesso lo sai Aminia che cosa non sopporto. Sei tu, con i tuoi sorrisi, la tua gentilezza che rivolgi a me melliflua, mentre tutti gli altri che non sono me li scacci come cani. Sei scontrosa con loro, sei lunatica, e io dovrei comprenderti. Ma certo. Capirti. Mentre tu non sai niente di me, eppure mi volevi tuo.

Astragalo si chinò lanciando un dado, dietro di lui. Al rumore, Narciso, si voltò impaurito.

- Chi è? - disse Narciso

- Chi è? – ripeté Astragalo.

- C’è qualcuno?

- C’è qualcuno?

-Oh, va bene. Si chiamava Eco, era una ninfa. La allontanai, perché non faceva che ripetere quello che dicevo. Assecondava ogni mio desiderio, aveva cura di ogni mio stato d’animo. Mi conosceva così bene che finì per essere una cosa sola con me. E quando la guardavo, non facevo altro che vedere la mia faccia. E per quanto non facesse che ripetere che ero bellissimo, ciò che vedevo non mi piaceva. E per questo la scacciai. Perché mi conosceva troppo, troppo in profondità. E lei, come avrei fatto io, andò da Giunone a chiedere vendetta. Era immatura, superficiale. Come me. E Giunone la accontentò, strappando tutta la mia bellezza dal corpo e donandola a un fiore. Nemesi accecò la mia mente, e io, quando vidi il mio volto riflesso in un lago, mi gettai dentro. Uccidendomi.

-Non è questa la storia.

-Non è questa la storia come la racconta Ovidio. Ma è la mia storia. Devo tenere conto di tutte le versioni del mio racconto che gli asini ripetono in ogni dove? Devo ascoltare Pausania, che racconta di una sorella gemella di cui io mi innamoro? Devo guardare ogni maledetta telenovela argentina dove prima o poi spunta fuori un belloccio che si toglie la camicia e dice di chiamarsi come me?

Astragalo sollevò due dadi (le facce dicevano Cinque e Sei) e portandoli sugli occhi disse- Insensatezza.

-Che storia vuoi che ti racconti? Che devo fare per essere lasciato in pace?

-Tu sei venuto da me.

-Io sono venuto perché tu mi hai evocato.

-Scegli, disse Astragalo. Io posso leggere, ma tu ancora non hai scritto. Nulla. Ama te stesso, odia la tua immagine. Dì la verità. Oppure menti a te stesso, se preferisci. Narciso si allontanò, tornando in mezzo alle ombre.

Astragalo appoggiò un ginocchio al suolo, si apprestò a lanciare i dadi. Ma qualcosa lo fermò. Lasciò i dadi a terra e sollevo lo sguardo.

-I dadi vanno sempre lanciati per un'altra persona e mai per noi stessi- disse rivolto ai fantasmi che erano adagiati attorno al cerchio. –Solo in modo è questo possibile avere una risposta alla domanda. Questa scienza è detta Astragalomanzia,

la facoltà di predire il destino attraverso

l’astragalus,

 un osso posto alla base del piede che è

appunto

di forma quadrata.

 

 

 

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