sabato 30 aprile 2022

ORECCHINI, AMORI E QUATTRINI di Lorenzo Bellandi

Un goccia di sudore scivolò dall'attaccatura dei capelli giù fino alle ciglia, poi esitò prima di lanciarsi e infrangersi sul pavimento in marmo.

Tutti erano faccia a terra, B. stava in piedi sul banco che urlava come un pazzo mentre V. teneva busta che la cassiera stava riempiendo di soldi. Nessuno dei tre aveva la minima idea di cosa stessero facendo. Si erano basati sui film. Uno tiene d’occhio gli ostaggi, uno fa il pazzo e uno prende i contanti.

-Se qualcuno di voi stronzi si azzarda a scoreggiare gli mangio il culo! Lo giuro su Dio!- gridava B. ebbro di follia.

Non l’avrebbe fatto davvero. Si era fatto così tanta roba che le sue minacce erano diventate sempre più strane. Forse avrebbe dovuto prepararsi qualcosina. Tipo un cabarettista. Chissà se qualcuno ci aveva mai pensato. Uno entra in una banca per fare una rapina, fa sedere tutti per terra e mentre i complici si occupano di prendere i soldi si esibisce in una stand up comedy. Un pubblico difficile, ma se uno è bravo poi magari cominciano le risate, poi c’è anche quella roba, la sindrome di Stoccolma. E tutto passa sereno, gli ostaggi si divertono e i rapinatori prendono i soldi.

“Win to Win” come dicono quelli che fanno i soldi.

Magari poi la banca ha anche un’assicurazione che restituisce tutto. Magari il direttore della banca che dice sempre “Win to Win”, quando riceve la notizia della rapina si fa una risata e agita la mano come a dire “Chi se ne frega”. Regala gli orecchini di diamante alla segretaria e se lo fa succhiare sotto il tavolo. Mentre i figli della segretaria sono a scuola e i figli del direttore sono a spaccarsi le vene in una crack house.

Anche a O. sarebbe piaciuto regalare un bel paio di orecchini alla sua ragazza. Portarla in un centro massaggi, andare a cena in un ristorante stellato, farsi un fine settimana a Parigi. Gli sarebbe piaciuto regalare queste cose alla sua ragazza, a sua madre, ai suoi nonni. E a suo padre? Beh si anche a suo padre, o magari no… suo padre era un uomo. Un uomo come lui. Gli uomini certe cose se le procurano. Se le devono procurare, altrimenti che uomini sono? Un uomo non può farsi pagare un fine settimana a Parigi dal figlio. Non finché non è vecchio.

-E tu cos’hai da guardare puttana?!?- B. se la stava prendendo con una tipa stesa a terra che aveva alzato la testa. Saltò giù dal bancone.

-Quando sono entrato ho detto faccia a terra! Cosa sei una sorda del cazzo?!?-.

I sordi sono già abbastanza sfigati senza che qualcuno aggiunga “del cazzo”. Spesso si aggiunge a certe categorie di persone del cazzo. “frocio del cazzo”, “negro del cazzo”, “puttana del cazzo”. Pensandoci bene aggiungere l’epiteto è tipo un complimento. Cioè sta come a dire: non è un problema ciò che sei, ma è un problema che qualsiasi cosa tu sia, lo sei del cazzo. Cioè da schifo. È come dire “uomo del cazzo”. Però “uomo del cazzo” sembra più saggio e giusto di “negro del cazzo”. “Uomo del cazzo” lo diresti di qualcuno che ha abbandonato un figlio mentre robe tipo “frocio del cazzo” sembra qualcosa detta da un uomo etero, bianco e omofobo ad un omosessuale.

-SEI UNA SORDA DEL CAZZO?!- ringhiò B. sulla faccia della puttana riempiendola di bava.

-RISPONDIMI!-.

O. continuava a pensare alla faccenda del direttore della banca che se lo fa succhiare dalla segretaria. Ai suoi figli che si rovinano in una crack house. Alle ex-mogli che prendono il sole a bordo di una piscina comprata da lui.

B. alzò la pistola sopra la testa e la puntò al soffitto.

-QUESTI LI SENTI PUTTANA?!- sparò due colpi. La parte del pazzo lo aveva preso un po’ troppo.

Forse B. era un uomo del cazzo.

Ma il direttore della banca sicuramente non lo era. Perché lavorava tutto il giorno per tornare a casa e scaldarsi una cena nel microonde, aspettando la chiamata di uno sbirro che aveva ritrovato i figli in overdose, oppure quella di un ex-moglie che si lamentava, oppure della segretaria che ha messo in cinta, oppure quella del capo dei direttori.

Una guardia giurata saltò fuori da un angolo.

Ci fu un terzo sparo.

Poi un quarto.

O. caddé a terra. E mentre la vità scivolava via, gli venne da piangere. Come un uomo del cazzo. E non avrebbe comprato degli orecchini per la sua ragazza. Come un uomo del cazzo.

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